Più di una favola, più di un musical. Cinderella insegna l’amore per i sogni

Quando la scia della slitta che prepara i motori e i carichi dei desideri natalizi incontra lo scintillio della bacchetta magica, torna la più bella favola di sempre. Fino all’Epifania, sul palco del Teatro Nazionale, il regista Giuseppe Galizia regala uno speciale connotato alla storia commovente di Cenerentola.

Risiede nei cuori di tutti l’orfanella vestita di stracci, divisa tra il camino e la cenere, a cui si vietava l’ingresso nella nobile corte e un incontro -quello con il bel Principe- che avrebbe reso giustizia al suo animo cordiale e onesto. Come dimenticarla! C’è una piccola Cenerella in tutti noi se si prova a declinarne il significato ultimo, quello che ha inciso il regista nel progetto di questo spettacolo. Cenerentola è una ragazza che nutre desideri di libertà e di rivalsa. Rappresenta il coraggio, non solo l’incanto della magia. Certo, l’amore dei Topini e l’incantesimo della Fata Madrina convoglieranno stretti affinché i suoi desideri possano spiccare il volo. Ma Cenerentola ci crede e accarezza la buona stella da cui è stata baciata. Un pizzico di magia che la porta ad aprire il cassetto dei propri sogni e impugnarli con tenacia e orgoglio.

Cinderella – Il Musical, riesce a catturare un pubblico eterogeneo, per quanto nasca come un balsamo per i sogni dei più piccoli. Si esce dalla semplicità della favola perché è molto più di una storia per soli bambini, è un manifesto che espone la capacità e il coraggio di guadagnarsi un posto nel mondo. Divenire principessa è solo un’esemplificazione di un obiettivo raggiunto, di un sogno realizzato, di una possibilità sfruttata al meglio. Il sogno fa parte della realtà. Senza chiudere gli occhi. I sogni si possono vivere davvero.

Lara Ferri

Lara Ferri, laureata in Filosofia e specialista in Scienze Filosofiche, scrittrice e speaker di
Radio Active