Il giorno che i marziani invasero la Terra
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Era il 30 ottobre 1938. Alle 20 la CBS cominciò a trasmettere degli strani notiziari, che interrompevano la normale programmazione, in cui si parlava della caduta di meteore nel New Jersey.
Ma non erano meteore: si trattava di cilindri metallici, che si aprivano e da cui uscivano degli strani esseri.
Qualcuno mise gli oggetti in relazione con attività anomale che gli astronomi avevano osservato sulla superficie di Marte.
Le voci sempre più concitate dei cronisti, giunti tempestivamente sul posto, descrivevano la distruzione delle forze militari intervenute: era l’invasione dei marziani!
Ce n’era abbastanza perché si scatenasse il panico: la gente si riversò per le strade. Altri si barricarono in casa per resistere a oltranza armi in pugno.
Nessuno aveva fatto caso agli avvisi trasmessi prima dei notiziari: si trattava dell’adattamento radiofonico del romanzo «La guerra dei mondi», dello scrittore inglese Herbert George Wells, interpretato e diretto dal giovane Orson Welles.
La struttura del programma, che simulava l’edizione straordinaria di un notiziario, aveva indotto la gente a credere che davvero i marziani avessero invaso la Terra.
Il romanzo, pubblicato nel 1897, si svolge nel sud dell’Inghilterra e racconta della lotta per sopravvivere del protagonista in un paese devastato dagli invasori.
I marziani, a bordo dei tripodi (altissime e micidiali macchine da guerra a tre zampe), non si limitano a distruggere.
Catturano i terrestri per nutrirsi del sangue e sostituiscono la vegetazione con delle piante rossastre, per rendere la Terra simile a Marte.
Ma quando tutto sembra perduto, tutti i marziani muoiono, uccisi da banali batteri, a cui i terrestri sono immuni.
Il romanzo è una forte critica al colonialismo delle società più evolute, che sfruttano e opprimono quelle ritenute inferiori.
Numerosi sono stati gli adattamenti per il cinema e la televisione, ma rimarrà nella storia la conclusione di Orson Welles al suo programma. «Se questa sera sentite bussare alla porta, non sono i marziani: è Halloween!»
Medico di professione, pittore e scrittore per vocazione.