Konrad Lorenz. Quando la natura e la sua verità superano la poesia

    Konrad Lorenz. Quando la natura e la sua verità superano la poesia

    Nel ‘73, non a caso, gli venne conferito il Premio Nobel per la fisiologia e la medicina. Konrad Lorenz ci ha insegnato ad amare gli animali come nessun altro. Una vita dedicata allo studio del comportamento del mondo animale che inaugura un nuovissimo metodo: uno sguardo obbiettivo, lontano da stilizzazioni artistiche e pseudoscientifiche. Con Lorenz la lente dello scienziato si alterna a uno sguardo paterno, amorevole, sempre attento alle minuzie che mai si rivelavano prive di ragguardevoli significati.
    L’osservazione, la cura, la dedizione e l’interazione sono i minimi termini per giungere a uno studio oggettivo e di valore. Si vada oltre agli studi accademici e alle pratiche manualistiche per giungere a una conoscenza limpida, senza artefatti, di creature spesso coinvolte in dinamiche simili alle nostre. Questa l’esortazione che Lorenz avanza senza indugi, come una parabola che indica, al buon scienziato, la prima regola, l’amore verso gli animali, quale condizione essenziale.
    La vita di Lorenz è fatta di un contatto diretto, puro. A mani nude conferisce a ciascun animale un’identità, assegnandogli un passaporto di rispettabilità e di considerazione. Solo in questo modo è riuscito a raggiungere un solido sapere nel campo dell’etologia, campo in cui ne è divenuto il padre.
    Con le sue oche, i suoi fringuelli e i suoi cani, Lorenz ha dimostrato di volerci spendere tutta la vita. Una missione che ha gratificato lui e che porta tutti noi a divenire testimoni dello spettacolo che essi rappresentano. Con loro è possibile spingersi in una comunicazione straordinaria. Sembrerebbe superata l’impresa del Re Salomone. Senza l’aiuto di occulte strategie o anelli superdotati, di cui godeva il re d’Israele, Lorenz studia il linguaggio degli animali fino a comprenderne il significato. Perché anche senza ricorrere alla magia, potremmo comprendere quello che sono in grado di raccontarci. Ci narrano «le storie più belle, cioè quelle vere. E in natura la verità è sempre assai più bella di tutto ciò che i nostri poeti, gli unici autentici maghi, possono anche soltanto immaginare».

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