Sette spose per sette fratelli. Si celebra la comicità western

    Sette spose per sette fratelli. Si celebra la comicità western

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    Provate a immaginare le ambientazioni del mondo ironico dei western di Quentin Tarantino. Provate a pensare alla realtà solare e umoristica degli scenari di frontiera, dei cowboys, dei fuorilegge, delle avventure che giocano tra libertà e baldanza. Riuscite a farvi stuzzicare dal frizzante mood a colpi di tacco di stivale e sventolate di frange scamosciate? Di più. Ora, di fronte a voi, si vedono immensi paesaggi montani, vaste boscaglie con qualche ranch disseminato qua e là, piccole locande alla buona, bovini, castori e bande di scalpitanti uomini in cerca di mogli. Ora ci siamo, con questa atmosfera si apre il grande ritorno del musical americano “Sette spose per sette fratelli”. Finalmente al teatro Repower è arrivata la tappa milanese tanto attesa che ci intratterrà fino a domenica 27 marzo. Il tour proseguirà poi a Reggio Emilia per tornare ancora, a ottobre, nella capitale.
    Cosa aspettate? Fatevi trasportare nell’Oregon di fine ‘800 da un cast di 22 attori dalla verve straordinaria e singolare. La sceneggiatura, ben studiata, catapulta in un passato oltreconfine stilizzato da cavalli, bad boys con fucili e donne scevre di frivolezze, sempre scattanti, solerti, con gonnelloni e cappelli da sole alla Laura Ingalls. Ciò che più rende ammaliante questo show non è la sola scenografia bensì la coordinazione tra musiche, balletti e recitazione. La regia e le coreografie di Luciano Cannito donano un inconfondibile taglio cinematografico, uno stile che, con successo, rievoca la pellicola originale. I titoli di testa in puro “font western”, proiettati a sipario ancora chiuso, ci pongono tra il set di prova e montaggio del cinema e la scena di teatro già perfettamente modellata.
    La direzione musicale di Peppe Vessicchio si conferma nella propria incantevole competenza creando pause e note che uniscono gli interpreti in un eccellente supporto scenico ai due protagonisti. Baz, alias Adamo Pontipee, colma le mancanze atletiche con una voce imponente, toracica, piena di testosterone. Abbandona l’orgoglio maschile solo in ultimo, per lasciarsi finalmente condurre dall’amore per la bella locandiera Molly, Diana Del Bufalo, molto più di una moglie casalinga, una donna che insegna anche ai bovari le buone maniere e i dettami dei sentimenti autentici. Degno di nota, tra spose, fratelli e pretendenti, Gedeone, il più giovane fratello di Adamo, che debutta a soli quindici anni. Leonardo Scafati, oltre al ballo, ci regala quella commovente spontaneità giovanile, fondamentale per il ruolo del fanciullo che ancora vede l’amore con il suo spregiudicato e cieco incantamento.
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