“Un’ultima cosa”, il libro di Concita De Gregorio

    “Un’ultima cosa”, il libro di Concita De Gregorio

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    “Parole veementi, spesso, dure, ma parole libere”, così Concita De Gregorio introduce il suo ultimo libro, “Un’ultima cosa”, edito Feltrinelli, dove si lascia ispirare dalla fantasia prendendo spunto però da alcune donne del Novecento, non necessariamente famose, che hanno sfiorato in qualche modo il suo passaggio.

    Concita immagina quale potrebbe essere la “loro ultima parola” lasciata ai posteri, senza diritto di replica. Accanto a una breve nota biografica di Dora Maar, Silvina Ocampo, Lorenza Mazzetti, Aloïse Corbaz, Nise Da Silveira, Olga Carolina Rama, Vivian Maier, Margaret Bourke-White, Amelia Rossetti, Maria Lai, Rosa Balistreri, Lisetta Carmi vi è un breve racconto in cui sono queste stesse donne a parlare, a dire ciò che realmente pensano e che non hanno potuto dire in vita. Ciascuna di loro si alza in piedi al suo funerale per consegnarci, nel congedo, la verità. Un’orazione che è anche un’invettiva: parole incendiate, di ironia, di rabbia, di sapienza.

    Un progetto ideato tempo fa, a seguito di una richiesta fatta dal padre di Concita, di realizzare un necrologio per lui quando era ancora in vita, poco prima di morire. Un desiderio disatteso che l’ha portata poi a rivedere i suoi passi fino al concepimento della raccolta.

    Testi nati per essere portati in scena, letti ad alta voce, recitati. Il susseguirsi di pause, di respiri, di esitazioni, di pensieri inespressi delle donne luminose che hanno catturato l’attenzione dell’autrice segnano le pagine così intense di questo libro. Molte delle parole presenti nei testi sono state pronunciate in discorsi, interviste, o sono il frutto di scritti delle stesse protagoniste, ma sono mischiate ai pensieri dell’autrice, che ha dato loro voce per dire proprio “Un’ultima cosa” al mondo.

    Un testo non immediato, non semplice, da leggere attentamente cercando di entrare in sintonia con le voci di queste splendide donne, un coro femminile a tratti struggente. Figure spesso rimaste in ombra o all’ombra di qualcuno e che finalmente ritornano a splendere.

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